Fusione e coppellazione oro usato a Roma

lingotti oro e argento Negli ultimi anni, sempre più spesso, viene trattato il tema “Oro”. Non a caso si tratta del metallo più prezioso che nel corso del tempo ha sempre incrementato il suo valore, non conoscendo crisi. L’investimento in oro è sempre stato considerato tra i più redditizi. L’economia di questo periodo gira intorno ad esso e molto dipende dalla sua quotazione in borsa. Purtroppo gli sfavorevoli eventi economici degli ultimi anni hanno portato le persone a valutare la possibilità di vendere i propri monili in oro presso i compro oro e banco metalli per realizzare la liquidità di cui necessitano per affrontare gli impegni finanziari quotidiani.

Questo, però, non è l’unico motivo di voler utilizzare in modo alternativo, bracciali, collane, monete e quant’altro si possiede in casa con una discreta percentuale in oro. Le mode cambiano di continuo. Gioielli che fino a qualche tempo fa era un piacere indossare, oggi sembrano scaduti e fuori moda. Il design del gioiello è diventato semplice e lineare. Qui entra in gioco il processo della coppellazione. Molti non sanno di cosa si tratta, ma saranno sicuramente interessati al fine di rendere utile l’oro posseduto. Non si tratta, infatti, di volersi disfare di regali e oggetti preziosi, ma di tenerli in forma di lingotti da investimento. In questo modo si riesce a conservare un capitale rivalutabile nel tempo e considerato un investimento sicuro.

Andando per ordine, è bene chiarire di cosa si parla quando si dice coppellazione. Questo è un processo di fusione attraverso il quale l’oggetto prezioso si porta a fusione con la possibilità di separare oro e argento. Qualcuno si chiederà come si fa a separare i due metalli. La risposta sta nel fatto che entrambi hanno la caratteristica di fondersi e separarsi ritornando allo stato puro. Al contrario, di quanto avviene con il resto dei metalli, quali rame, piombo, alluminio e altri non nobili. Questi ultimi, infatti, per effetto del calore si trasformano in scorie o in altre leghe. Il lingotto da investimento prenderà forma man mano che il metallo prezioso cola in uno stampo al piombo. Come si può ben capire, questo processo permetterà di conservare il nostro oro a lungo termine in altra forma.

Ovviamente, per questa operazione bisogna rivolgersi a personale specializzato in questo settore. Un primo passaggio è il saggio alla tocca ovvero la determinazione del titolo. L’operazione consiste nello strofinare l’oro su una pietra facendolo reagire con una soluzione chimica. La liquidazione in contanti avviene in funzione del prezzo giornaliero del metallo prezioso. La borsa di Londra dal 1919 pubblica il prezzo dell’oro due volte al giorno: alle 10,00 e alle 15,00. Questa è la prima opzione. La seconda opzione riguarda chi non vuole disfarsi dell’oro ma vuole conservarlo per il futuro. Il banco metalli, invece, si occupa della fusione dell’oro e della sua trasformazione in lingotti da investimento. La differenza, quindi, è sostanziale. La raccomandazione in questi casi è di assicurarsi di rivolgersi a professionisti autorizzati.

Intanto bisogna assicurarsi che il banco metalli, il compro oro e altri esercizi che offrono servizi compro oro per commercianti siano autorizzati e abbiano tutte le licenze necessarie per il trattamento dei metalli preziosi. Obbligatoria è l’iscrizione alla Banca d’Italia. La banca centrale dovrà rilasciare l’apposita autorizzazione senza la quale non si può operare nel campo dell’oro. Vista le difficoltà economiche degli ultimi anni non è raro che più persone, anche inesperte, si avventurino in queste attività viste da molti come tra le più redditizie.

I lingotti da investimento, quindi, sono la scelta più azzeccata per chi voglia conservare il proprio oro nel tempo. Ricordiamo che il prezzo del metallo prezioso è sempre salito nel corso del tempo. Nonostante abbia oscillato in funzione di eventi bellici, politici ed economici non è mai sceso oltre un certo prezzo. Un ultima osservazione va fatta. L’oro non va ricercato solo nei monili. Quantità di metallo prezioso sono contenuti anche in protesi dentarie, circuiti elettrici e dispositivi elettronici. Essendo anche un buon conduttore, spesso lo si ritrova in cellulari vecchi, computer e dispositivi elettronici in cui non avremmo mai pensato di trovarne.

Banco metalli Operatore Professionale in Oro?

operatori professionali in oroGli operatori professionali in oro sono molto diversi dai normali compro oro per numerosi motivi: infatti presentano caratteristiche diverse. Alcuni compro oro possono avere la certificazione di operatore professionale in oro, tuttavia si tratta solo di una ristretta minoranza in quanto occorre rispettare requisiti molto stringenti fissati per legge. Invece tutti i banco metalli rientrano in questa categoria perché devono possedere, in base alla normativa vigente, i requisiti obbligatori per la certificazione. Proprio per questo motivo gli operatori professionali in oro sono superiori ai normali compro oro e possono offrire alla clientela servizi aggiuntivi e livelli prestazionali e qualitativi migliori.
Innanzitutto un operatore professionale in oro deve avere una forma societaria: si può essere una cooperativa, una società per azioni oppure una società a responsabilità limitata. In ogni caso nell’oggetto sociale deve essere presente la voce riguardante il commercio dell’oro e il capitale sociale minimo è di 120.000 euro. In secondo luogo i soci e il personale amministrativo, commerciale e tecnico devono possedere gli stessi requisiti di onorabilità e affidabilità richiesti ai lavoratori del settore bancario. In secondo luogo occorre tenere a mente che un’attività commerciale con queste caratteristiche può ottenere la certificazione di operatore professionale in oro soltanto dopo aver presentato un’apposita domanda alla Banca d’Italia ed essere stata sottoposta a rigorosi controlli da parte dell’ente. Infatti per poter operare è necessario essere iscritti all’elenco tenuto dalla Banca d’Italia, l’unico soggetto deputato per legge a rilasciare la certificazione.
L’esercizio commerciale deve scaricare l’apposito modulo di domanda messo a disposizione degli utenti sul sito web della Banca d’Italia all’interno della sezione dedicata. Occorre indicare varie informazioni, come i dati del rappresentante della società, quelli identificativi dell’attività commerciale e l’inidcazione di essere in possesso dei requisiti richiesti dal decreto legislativo 385/1003. Inoltre vanno allegate le copie del documento d’identità in corso di validità del presidente del collegio sindacale della società e del rappresentante legale. Questi soggetti devono anche sottoscrivere il modulo di domanda. A questo punto la Banca d’Italia verifica il soddisfacimento dei requisiti richiesti per legge ed eventualmente richiede l’invio di documenti aggiuntivi. Solo dopo aver effettuato i controlli necessari può concedere l’autorizzazione a esercitare il commercio di oro e altri metalli preziosi in via professionale, inserendo l’attività nell’elenco degli operatori professionali in oro.
Ottenere questa certificazione consente di svolgere altre attività oltre la compravendita di oro e metalli pregiati per conto proprio oppure per conto terzi. Ad esempio molti operatori professionali offrono servizi di fusione e di realizzazione di lingotti da investimento. Di conseguenza hanno una clientela molto più ampia, composta da investitori privati, banche, commercianti di metalli preziosi, gioiellerie, orafi e persino compro oro di piccole e medie dimensioni. Infatti, a differenza dei compro oro, gli operatori professionali sono autorizzati in maniera esclusiva a trattare il metallo aureo puro. Di conseguenza tutto il materiale acquistato viene fuso grazie a un processo interno, affinato, trasformato in monete e in lingotti da investimento e quindi rivenduto a privati, aziende oppure attività commerciali.
Proprio per questo motivo sono stati introdotti servizi che coprono un ampio range di soluzioni e che sono destinati a privati cittadini e a soggetti commerciali. Infatti il core business di queste attività professionali si basa sull’acquisto e sulla vendita all’ingrosso del materiale giallo. In questo modo gli esercizi commerciali operano tramite un percorso interno circolare: ad esempio ritirano l’invenduto dagli orafi e dalle gioiellerie per trasformarlo nuovamente in lingotti da usare per creare gioielli. Inoltre propongono prezzi molto più convenienti rispetto alle altre attività concorrenti in quanto il loro guadagno è legato al fatto di trattare grandi quantità di metallo.

Operatore Professionale in oro esiste l’albo?

OroElite - Operatori Professionali in OroGli Operatori Professionali in Oro sono indicati attraverso la sigla Oporo e all’interno di questa denominazione sono inclusi tutti i soggetti che commerciano in oro in base a quanto previsto dalla vigente legge italiana e rispettando i requisiti fissati dalla normativa del settore. Questi esercizi commerciali possono operare per proprio conto oppure per conto di terzi. Spesso sui siti dei grandi brand di compro oro si trova questa definizione, tuttavia bisogna sempre tenere a mente alcuni aspetti. Innanzitutto gli operatori professionali in oro non sono necessariamente compro oro: infatti sono inclusi in questa categoria anche i banco metalli. Inoltre non necessariamente un compro oro è un operatore professionale in oro. Al contrario, sono poche le attività che hanno ottenuto questa certificazione, dato che occorre soddisfare precisi e stringenti requisiti. Invece tutti i banco metalli sono operatori professionali.

La qualifica di operatore professionale in oro può essere conferita a un esercizio commerciale soltanto dalla Banca d’Italia, che verifica il possesso di determinate caratteristiche dopo la presentazione di un’apposita domanda per ottenere l’attestato. A questo punto si viene iscritti all’interno dell’Albo degli Operatori Professionali in Oro, consultabile nella sezione specifica del sito della stessa Banca d’Italia. Bisogna avere una forma societaria (società per azioni, cooperative, SRL oppure in accomandita per azioni), un capitale sociale di almeno 120.000 euro e il termine del commercio in oro all’interno della denominazione aziendale. Inoltre il personale tecnico, amministrativo e dirigenziale del compro oro oppure del banco metalli e i soci devono possedere gli stessi livelli di affidabilità e onorabilità richiesti ai lavoratori del settore bancario in base a quanto indicato del decreto legislativo 385/93. Questi elementi hanno portato a una marcata distinzione tra le due diverse realtà commerciali nel corso del tempo.
La differenza maggiore tra compro oro tradizionali e operatori professionali in oro consiste nel fatto che questi ultimi hanno l’esclusiva sull’oro da investimento, cioè dotato di un livello di purezza minimo del 99,5% se si tratta di lingotti oppure del 90% se commercializzato sotto forma di monete d’oro. Inoltre possono effettuare transazioni su metallo 24 carati in altre forme destinato a un uso soprattutto industriale. Invece i compro oro trattano esclusivamente oro usato, tuttavia gli oggetti preziosi e i gioielli sono in lega. Infatti il metallo puro risulta essere troppo morbido per non danneggiarsi rapidamente con l’uso. Proprio per questo motivo sono aggiunti materiali legati il cui compito è rendere più robusto l’oro, però questa operazione ha l’effetto collaterale di diminuire la purezza dell’oggetto e quindi anche il suo valore.
Di conseguenza gli operatori professionali in oro/banco metalli acquistano oro vecchio dai privati, ma si caratterizzano per avere una clientela molto più ampia e diversificata dei normali compro oro. Questo fatto si spiega tenendo a mente che questi esercizi commerciali sono autorizzati a svolgere altre attività e ad affiancarle al commercio dell’oro in via professionale. Molto spesso effettuano la fusione degli oggetti preziosi e dei gioielli acquistati, così da affinare il metallo e utilizzarlo per la realizzazione di lingotti da investimento. Quindi possono venderli a investitori privati, banche, gioiellieri oppure orafi. Al tempo stesso gli operatori professionali in oro possono fornire questo servizio anche a piccoli e medi compro oro, ritirando il materiale acquistato e destinandolo alla fusione. Contemporaneamente si rivolgono ai gioiellieri, agli orafi e agli altri commercianti di metalli preziosi per ritirare l’invenduto e trasformarlo di nuovo in lingotti da lavorare in vario modo. In genere queste aziende si occupano anche di assicurare il trasporto del metallo pregiato verso la fonderia, consentendone la completa tracciabilità. Anche tutte le fasi di fusione e produzione dei lingotti vengono monitorate e registrate per garantire la totale legalità dell’operazione.
Per diventare un operatore professionale in oro è necessario inviare alla Banca d’Italia l’apposito modulo di domanda compilato in ogni sua parte; il documento di può scaricare dal sito ufficiale dell’ente. A firmare la richiesta deve essere il Presidente del collegio sindacale della società e il legale rappresentante dell’azienda. Inoltre occorre allegare al modulo una copia di un documento di identità in corso di validità (in genere la carta d’identità) dei soggetti che hanno sottoscritto la richiesta. Tuttavia la Banca d’Italia può chiedere alla società di inviare documenti aggiuntivi che possano certificare il rispetto di quanto stabilito dalla legge 7/2000. Occorre tenere a mente che, una volta iscritti all’Albo, gli operatori devono operare secondo le leggi anti-riciclaggio, tenendo a mente che per quanto riguarda il commercio di oro la soglia massima per l’uso di contanti nelle transazioni è stata recentemente abbassata, passando da 1.000 euro a 500 euro. Infine è necessario ricordare come la mancata presentazione della domanda oppure dichiarare falsamente di essere in possesso di tutti i requisiti prevede sanzioni rilevanti. Infatti si è puniti sia con condanne penali che con sanzioni pecuniarie.

New Economy – il recupero dell’oro usato in elettronica

oro di recupero dalla tecnologiaIl recupero dell’oro usato da articoli di elettronica rientra a pieno titolo nel mondo della New Economy, trattandosi di un’attività quanto mai tipica dei tempi moderni, ma di che cosa si tratta esattamente? Per ben comprendere cosa si intende per recupero dell’oro usato in elettronica bisogna sottolineare anzitutto che tanti articoli tecnologici, come ad esempio i computer, hanno al loro interno delle quantità di oro e di altri metalli preziosi.
Questi metalli sono utilizzati per la realizzazione delle componenti tecniche di PC e altri articoli di tecnologia soprattutto per il fatto di essere degli ottimi conduttori, per questa ragione quando si parla di oro e di altri metalli di valore non bisogna pensare esclusivamente al mondo dei gioielli.
Per quanto riguarda i computer delle tracce di oro possono essere individuate all’interno della scheda madre, nelle schede di espansione, nella memoria RAM, solo per fare alcuni esempi.
Certo, bisogna sottolineare che le quantità di metalli preziosi presenti all’interno di PC e altri dispositivi sono davvero esigue, e ad oggi è stato questo il principale limite che ha impedito a quest’attività di potersi diffondere in maniera consistente.
Negli ultimi anni tuttavia il quadro è cambiato in maniera profonda: i PC e i dispositivi tecnologici che vengono gettati in quanto guasti o obsoleti è cresciuto in maniera esponenziale, allo stesso modo è possibile recuperare gli elementi in oro presenti all’interno in una maniera estremamente agevole, di conseguenza diverse aziende si sono specializzate in questo settore riuscendo peraltro ad assicurarsi dei profitti molto interessanti.
Nell’arco di breve tempo questo settore si è trasformato da un’attività poco redditizia in un business davvero molto interessante, il quale non a caso coinvolge oggi una quantità di aziende davvero molto importante.
Se il recupero dell’oro usato in elettronica ha visto incrementare in modo così consistente la sua importanza è anche per il valore dell’oro, il quale è cresciuto costantemente nel corso degli ultimi anni.
D’altronde l’oro è un bene il cui valore non è mai stato messo in discussione: i trend negativi relativi al suo valore sono sempre stati brevi e di lieve entità, dunque si può affermare senza esitazioni che l’oro è davvero un bene dal valore estremamente solido.
Non è certamente per caso d’altronde se questo metallo prezioso è considerato un’ottima forma di investimento: chi ha del capitale da investire può assolutamente scegliere di trasformare la propria liquidità in oro, e in questo modo può garantirsi, a distanza di anni, delle interessanti plusvalenze.
Le forme di investimento riguardanti l’oro hanno peraltro assunto disparate peculiarità, basti pensare ad esempio alla possibilità di acquistare il cosiddetto “oro virtuale”, ovvero dell’oro che non è fisicamente a disposizione dell’investitore, ma che frutta in egual modo.
Per molte diverse ragioni dunque recuperare oro da oggetti elettronici destinati ad essere gettati è un’attività che ha visto crescere in modo notevole la sua importanza nel corso degli ultimi anni, e tutto lascia immaginare che diverrà sempre più diffusa nel futuro più prossimo.
Una serie di fattori, dall’aumento del valore dell’oro alla diffusione massiva degli articoli di tecnologia, ha reso quest’attività uno dei settori più intriganti e suggestivi dell’odierna New Economy.

Oro, cosa devi conoscere prima di acquistarlo o venderlo

oro da investimentoNegli ultimi anni sono state sempre di più le persone che hanno deciso di investire in oro: questo metallo prezioso è il bene rifugio per eccellenza in quanto non perde il proprio valore neppure quando si verificano crac borsistici, crisi finanziarie, recessioni economiche e gravi instabilità politiche, come avviene invece per le classiche azioni delle società quotate in Borsa, per i BOT e le obbligazioni. Al contrario, proprio per la sua grande stabilità nel lungo periodo e la sua solidità valutaria, l’oro aumenta il proprio valore quando le valute e i classici strumenti di investimento subiscono un deprezzamento. Infatti gli investitori preferiscono optare per i beni rifugio sia per diversificare il proprio portafoglio che per mettere al riparo dall’instabilità e dagli effetti della crisi i propri risparmi. Di conseguenza il valore del metallo giallo subisce un rialzo in base alla legge della domanda e dell’offerta.
Al tempo stesso, quando si parla di oro, bisogna distinguere tra il metallo puro e le leghe: infatti gli investimenti in questo bene rifugio riguardano essenzialmente quello 24 carati sotto forma di placchette, lingotti di varie dimensioni oppure le monete preziose assimilate e che rispondono ad alcuni requisiti fissati per legge. Invece gli oggetti di oreficeria e i gioielli sono realizzati in leghe dalla composizione molto varia. Nella maggior parte dei casi si usa il metallo 18 carati, composto dal 75% di oro e dal 25% di materiali leganti, come l’argento, il nichel, il palladio, il rame, il cobalto o una combinazione di due di essi di percentuali variabili. A seconda della composizione il valore e il colore della lega cambia in maniera notevole. Inoltre bisogna tenere a mente che, mentre il valore dell’oro puro è lo stesso applicato in tutti i mercati internazionali che trattano questo bene rifugio, il prezzo dell’oro usato e delle leghe varia in base all’operatore a cui ci si rivolge. La quotazione di riferimento è sempre il golden fixing, cioè la valutazione ufficiale dell’oro 24 carati, tuttavia il prezzo applicato per le leghe è determinato anche dal guadagno che l’operatore intende ricavare dalla transazione commerciale.
Il golden fixing viene determinato due volte al giorno (alle 10:30 e alle 15:00 ora locale) dal Bullion London Market alla Borsa di Londra e poi applicato in tempo reale in tutto il mondo. Questo valore viene fissato valutando il rapporto tra domanda e offerta, l’apprezzamento delle valute, in particolare del dollaro, le politiche economiche degli Stati e delle banche centrali, la situazione politica e finanziaria internazionale e le aspettative degli investitori. Infatti, se i grandi operatoti del settore considerano altamente probabile un futuro rialzo o ribasso del valore del metallo giallo, è verosimile che il golden fixing segua questo andamento.
Proprio per il fatto di essere fissato due volte al giorno la quotazione dell’oro risulta decisamente instabile nel breve periodo e può cambiare di alcuni centesimi nel corso della stessa giornata. Ecco perché è fondamentale seguire l’andamento del prezzo di questo metallo prezioso in tempo reale: in questo modo si riesce a determinare con sufficiente precisione quando è il momento giusto per acquistare oppure vendere l’oro da investimento e ottenere un buon guadagno. Ad esempio la soluzione più comune consiste nel vendere quando il metallo aumenta di valore e acquistare quando il prezzo del bene rifugio subisce un ribasso in attesa di un futuro apprezzamento. Tuttavia è possibile mettere in atto strategie opposte a seconda dell’andamento previsto. In ogni caso bisogna tenere a mente che l’investimento in oro è una scelta a medio-lungo periodo e bisogna aspettare 4-5 anni prima di monetizzarlo. Per investire in oro è possibile optare per varie soluzioni: nel caso del metallo fisico si consiglia di acquistare le monete preziose assimilate al metallo da investimento o placchette di dimensioni ridotte. Infatti i lingotti possono risultare difficili da gestire e conservare e non sono alla portata dei piccoli investitori. Qualunque sia il metodo scelto è bene rivolgersi ai banco metalli specializzati perché molto affidabili.

Oro e diamanti sono investimenti a lungo termine?

creare_lingotti_oroL’oro e i diamanti sono i tradizionali beni rifugio e, sopratutto nei periodi di crisi economica, sono considerati i migliori beni di deposito in cui investire il proprio patrimonio. Infatti sono beni che si caratterizzano per il fatto di essere estremamente stabili nel lungo periodo, quindi gli investimenti realizzati non sono volatili come accade invece con le azioni borsistiche e le obbligazioni. Anche se nel breve periodo le valutazioni possono fluttuare in maniera notevole, negli anni il loro valore non subisce perdite; al contrario, acquistano pregio.
Il valore dell’oro viene determinato dalla Borsa di Londra due volte al giorno (alle 10:30 e alle 15) e successivamente adottato da tutti i mercati finanziari internazionali che trattano questo metallo. Bisogna tenere a mente che l’oro da investimento è sempre 24 carati, cioè puro; infatti il metallo impiegato comunemente in oreficeria e gioielleria è una lega perché il materiale aureo risulta troppo duttile per essere utilizzato allo stato puro senza subire danni. Di conseguenza nell’uso quotidiano l’oro è usato abbinato ai metalli leganti, mentre nel settore finanziario si utilizza puro perché deve avere il maggior valore possibile. Per questo motivo sono presenti 999 parti di oro su 1000. Le quotazioni dell’oro dipendono anche dal rapporto tra domanda e offerta e dalle stesse aspettative degli investitori: infatti se la produzione del metallo viene incrementata, si può arrivare alla saturazione del mercato e al tracollo del prezzo. Al tempo stesso bisogna valutare l’andamento generale dell’economia, delle Borse e delle valute più importanti, soprattutto del dollaro, legato in maniera inversamente proporzionale al valore del metallo aureo: di conseguenza l’apprezzamento della moneta statunitense porta alla svalutazione dell’oro e viceversa. Inoltre gli investitori si rivolgono all’oro quando i mercati sono caratterizzati da una diffusa incertezza e dal ribasso delle azioni. In questo caso, infatti, l’oro acquista valore, pregio e stabilità.
L’oro 24 carati viene commercializzato sotto forma di lingotti che devono recare impressa sulla superficie il titolo, cioè la quantità di metallo aureo contenuta. In particolare in Italia sono molto apprezzate le monete preziose assimilate all’oro da investimento perché molto più facilmente commerciabili e conservabili. L’elenco delle monete che rientrano in questa categoria viene stilato ogni anno dslla Commissione Europea e tutti gli esemplari hanno un contenuto di oro minimo del 90%. Il valore delle monete dipende dal rapporto tra domanda e offerta: per questo la sterlina d’oro e l’aquila statunitense sono maggiormente apprezzate dagli investitori. Tuttavia tutte le transazioni (acquisti e vendite) che riguardano i lingotti d’oro e le monete da investimento sono sempre esenti dal pagamento dell’IVA.
diamanti da investimentoPer quanto riguarda i diamanti, invece, sono beni che consentono investimenti molto prudenti e blindati: sono gemme di grande pregio il cui valore in genere cresce poco negli anni ma permette di mettere al sicuro il proprio patrimonio dalle oscillazioni borsistiche e finanziarie. Al tempo stesso bisogna tenere a mente che i diamanti sono valutati in modo notevole anche nel settore della gioielleria: sono usati comunemente per ornare anelli di fidanzamento e monili. La valutazione dei diamanti dipende dal colore, dal taglio, dalla purezza e dai carati delle pietre: infatti sono di maggior pregio le gemme prive di inclusioni e che sono trasparenti oppure che hanno un colore raro e particolare, ad esempio blu, rosa o verde. La maggior parte delle pietre è nelle varie sfumature del marrone e del giallo, quindi la rarità degli esemplari incide sul rapporto domanda/offerta e sul prezzo. Inoltre più è grande il diamante e più sono i carati contenuti; anche in questo caso si ha a che fare con la rarità delle pietre. Infine c’è un elemento umano da considerare e cioè come si decide di tagliare la pietra: la scelta dipende dalle caratteristiche proprie della singola gemma e viene fatta dallo stesso tagliatore. Il taglio più diffuso e apprezzato è quello brillante perché è quello che esalta maggiormente la luce, la bellezza e il colore del diamante.

Guida: Come vendere l’oro usato

oro usatoL’oro usato rappresenta un piccolo tesoretto per molte famiglie, ma non tutti ne sono pienamente consapevoli.

I braccialetti di quando si era piccoli, gli anelli che non entrano al dito, gli orecchini spaiati, delle medaglie d’oro o, semplicemente gli oggetti in oro che non piacciono più e che giacciono in fondo ai cassetti e di cui spesso nemmeno ci si ricorda, possono diventare denaro in poche mosse e senza problemi.

Come fare a trasformare in euro gli oggetti in oro o in argento usato? Grazie ai compro oro, che si sono affiancati ai gioiellieri di vecchia conoscenza, l’operazione è davvero molto semplice ed immediata.

Un compro oro, uno dei tanti che vediamo in ogni città o paese e che ci hanno stupito col loro proliferare, è in realtà una buona occasione per fare affari. Rivolgendosi ad un compro oro affidabile, serio ed onesto, c’è molto da guadagnare e non si rischiano sorprese.

La legge cerca sempre più di tutelare i cittadini che desiderano trasformare il loro oro usato in denaro e, al tempo stesso, impedire illeciti e truffe.

Ma come procedere per vendere l’oro e l’argento usato con la certezza di non farsi imbrogliare? Innanzitutto, se ad esempio si vuole vendere oro a Roma, si cerca un compro oro affidabile. Per riconoscerlo ci sono diversi sistemi; i compro oro o i banco metalli hanno sempre esposte le loro licenze. Se ci si rivolge ad un negozio appartenente ad una catena, si può essere ancora più tranquilli perché in questi casi la serietà è provata e c’è interesse a salvaguardare il nome. In più, questo tipo di compro oro ha quasi sicuramente un sito online su cui poter andare e guardare con calma regole, offerte e garanzie.

Tra i suggerimenti per vendere oro usato in sicurezza c’è quello di informarsi online, orientativamente, sul prezzo attuale del metallo e di diffidare di eventuali compro oro che offrono molto meno o molto di più rispetto al prezzo medio.

Andando nel negozio di Roma, se la nostra città è quella, potremo aver fiducia del compro oro che pesa davanti a noi l’oro che gli abbiamo portato (e che avremo approssimativamente già pesato a casa). Potremo stare più tranquilli anche quando il negoziante, se decidiamo di vendere, ci chiede i documenti e registra la vendita con i nostri dati. In ogni caso, chiedere un preventivo non ci obbliga a cedere il nostro oro usato se non siamo convinti, e solitamente il preventivo è gratuito. Questo è un ulteriore motivo per farsi fare sempre più preventivi da compro oro e argento differenti, prima di scegliere a chi vendere.

A volte si rimane perplessi sentendo parlare di compro oro e banco metalli. Tra i due ci sono diverse differenze, riassumibili nel concetto che un banco metalli può fondere l’oro che gli viene consegnato e rivenderlo a banche e fonderie. Il compro oro non ha licenza di fusione e si rivolge per lo più a privati, il banco metalli tratta maggiormente con operatori professionali del settore dei metalli preziosi. Un compro oro può valutare un oggetto in oro anche in base alla sua fattura e lavorazione, mentre un banco metalli prende in considerazione il solo peso del metallo prezioso.

La licenza per poter fare servizi di fusione viene rilasciata dalla Banca d’Italia ai soggetti che hanno particolari requisiti, come la forma giuridica di società e l’onorabilità. Conviene rivolgersi al banco metalli se si ha intenzione di investire in lingotti o oro fisico, mentre va bene il compro oro per vendere gli oggetti d’oro o d’argento per ricavarne contante.

Decidere di mettere insieme l’oro inutilizzato che si ha in casa, anche rotto o sotto forma di monete, magari abbinandolo ad oggetti in argento, può essere una buona soluzione per disporre di denaro liquido in tempi brevi. I compro oro pagano subito la merce che gli viene portata, in contanti fino alla cifra consentita per legge o con un assegno se l’importo è superiore ai 3.000 euro.

Ci si può stupire mettendo insieme oro spaiato, usato o fuori moda e vedendo quanti grammi di prezioso metallo si arrivano a sommare e, di conseguenza, la cifra che si può realizzare in poco tempo e con minimo impegno.

Visitare un compro oro a Roma, scegliendo quello di cui ci si può fidare e che abbiamo visto come valutare, può risultare essere davvero un’ottima idea e una piacevole sorpresa.

Fixing oro e argento cosa sapere

pepite oroLa quotazione dell’oro e dell’argento dipende principalmente dall’andamento dei mercati di riferimento, cioè dall’incontro della domanda e dell’offerta, e cambia continuamente nell’arco di una stessa giornata.

Per convenzione la quotazione ufficiale viene fissata 2 volte al giorno per l’oro, 1 volta a giorno per l’argento, sul mercato di Londra, il London Bullion Market Association (LBMA), che fa da riferimento a tutti i mercati mondiali.

Sin dal lontano 1919 il fixing (cioè l’atto di fissare la quotazione) avviene per opera di 5 grandi istituti bancari di importanza mondiale, che attualmente sono: Barclays, HSBC, Société Générale, Bank of Nova Scotia e Deutsche Bank, quest’ultima non fa più parte della LBMA.

La quotazione dell’oro è molto importante per tutti gli operatori del settore, dai colossi che operano nel mercato dell’oro e dell’argento, comprese le grandi società di produzione di gioielli e di preziosi ed i grandi investitori, fino ai negozi che si occupano di compravendita dei metalli preziosi.

Il mondo del fixing è rimasto per quasi cento anni praticamente uguale a sé stesso, a parte i processi di adattamento al progresso tecnologico.

Il mercato dei metalli preziosi, come del resto quello delle valute e quello di altri mercati, ha subito la maggiore rivoluzione soprattutto con l’avvento di internet preceduto, com’è noto, da un progresso tecnologico senza precedenti.

I mercati e le transazioni sono quindi ormai globali ed anche improntati ad una velocità di esecuzione impensabile fino a qualche decennio fa.

Nonostante ciò la politica di gestione del fixing è rimasta sempre la stessa, come quasi sempre gli stessi sono rimasti i soggetti protagonisti, cioè le grandi banche internazionali che provvedono a fissare la quotazione dell’oro.

Ma da qualche tempo la situazione è cambiata: come accennato prima, la Deutsche Bank, ha deciso di non sedere più al tavolo del fixing. Il fatto non è di poco conto e, per questo, va analizzato.

In primo luogo, vanno tenute in debita considerazione le motivazioni di questo abbandono.

Evidentemente, anche se non si è trattato esclusivamente di un riassetto strategico dei campi operativi della famosa banca tedesca, è indubbio come l’affievolirsi dell’interesse verso tutte le attività riguardanti le materie prime da parte della Deutsche Bank era già in atto da tempo.

Comunque, inizialmente si temevano le conseguenze di questo mutato scenario, che vede la Deutsche Bank al di fuori del London Bullion Market Association, in realtà per ora non è acmbiato molto, è noto come siano stati eseguiti tentativi, tuttora infruttuosi, da parte della Deutsche Bank stessa di mettere in vendita il proprio diritto di partecipazione al tavolo del fixing.

Tuttavia il comitato del London Bullion Market Association, composto dalle 4 banche rimaste (2 nel caso del fixing dell’argento) ha più volte cercato di rassicurare il mercato circa il fatto che le operazioni di fixing sarebbero continuate regolarmente, e di fatto così accade.

Nel frattempo, anche una soluzione quale quella dell’entrata di qualche altro colosso bancario al posto della Deutsche Bank si è sempre arenata, come è avvenuto per quella che sembrava una entrata in grande stile da parte di una grande banca cinese a sedere al prestigioso tavolo: tuttavia non si esclude un ritorno alla carica in breve tempo della banca orientale.

Un fatto certo è che proprio l’entrata della Cina potrebbe rappresentare una delle conseguenze di maggiore impatto sugli equilibri all’interno del London Bullion Market Association, vista l’importanza raggiunta dall’economia cinese a livello mondiale.

In generale, per una serie di motivi, si andrà sicuramente nella direzione di un ripensamento delle regole generali che governano il tavolo di Londra.

Questo potrebbe significare un maggiore coinvolgimento di molti più operatori del settore nel fixing dell’oro e dell’argento e, comunque, un riassetto dello stesso London Bullion Market Association.

Quello che per il momento è sicuro è il fatto che, agendo il comitato del London Bullion, nel momento in cui viene deciso il prezzo dell’oro, sia per conto proprio, sia per conto dei propri clienti (i quali avranno già eseguito degli ordini, per l’esecuzione dei quali avranno indicato un prezzo limite), proprio i clienti della Deutsche Bank hanno visto con un po’ di apprensione in più l’abbandono del tavolo del fixing da parte della loro banca di fiducia.

Per contro, però, è bene dire che nessuno conosce il fixing prima che questi venga dichiarato da tutti quelli che presiedono al tavolo e che, comunque, esso dipende anche dal bilanciamento degli ordini di acquisto e degli ordini di vendita che ogni rappresentante della banca rappresentata al LBMA ha in carico dai propri clienti.

Conseguenza di ciò è il fatto che la conoscenza del fixing stesso (e quindi del prezzo dell’oro) avviene per tutti gli operatori coinvolti, a livello mondiale, nello stesso medesimo istante.

Quotazione argento in euro

argentoMolti sono nel mondo i materiali cui si rivolgono soprattutto gli investitori, nell’ottica di una conservazione dei propri risparmi, quindi con finalità d’investimento. Alcuni di essi (oro e argento in particolare) uniscono tale necessità al piacere intrinseco di possedere finanche qualcosa di prezioso. Essi fin dall’antichità, riuscivano a trasmettere il potere di chi li possedeva, e faceva assurgere questi ultimi come una categoria di “persone speciali”, che potevano permettersi l’ostentazione di materiali preziosi.

Il materiale prezioso principe è stato sempre l’oro, immediatamente seguito dall’argento. Dell’estrazione dell’argento si hanno notizie fin dai tempi antichissimi, alcuni scritti evidenziano come esso era ricercato, estratto e lavorato fin dal IV° millennio avanti Cristo, e sono tanti i monili ritrovati in antiche tombe nobiliari, in ogni parte del mondo. Il suo nome probabilmente è da fare risalire dal latino “argentum”, quest’ultimo si rifaceva al termine greco “αργύριον”, nella lingua ellenica ciò significava “bianco, splendente, candido”, aggettivi intimamente legati alla colorazione propria dell’argento appena estratto.

Inizialmente l’argento, cosi come l’oro, era usato con finalità di scambio, era il tempo del baratto e gli antichi mercanti d’oriente, erano avvezzi portare l’argento in “verghe”, allo scopo di acquistare la mercanzia che poi era trasportata e successivamente rivenduta in Europa.

Facendo uno sbalzo temporale di qualche secolo, si arriva alla coniatura dell’argento, il metallo per la sua tenerezza si prestava a essere lavorato in maniera ottimale, e furono tante le nazioni che lo scelsero con funzioni di “monetizzazione“. L’utilizzo dell’argento subì un brusco calo di valore, quando alcuni grossi giacimenti furono scoperti in America del sud, non molti ad esempio sanno che l’Argentina deve il suo nome alle immense quantità di argento che ivi si ritrovarono, specialmente lungo il corso del “rio de Plata”.

L’argento rientra a pieno titolo in quei materiali preziosi universalmente ricercati, la sua presenza nel sottosuolo è circa venti volte maggiore del suo “fratello maggiore” l’oro, questo ne abbassa considerevolmente il suo valore, e di fatto lo rende perfetto per alcuni tipi di lavorazione, (non ultimi quelli della produzione di prodotti casalinghi, quali posate, vassoi, cornici) che se prodotti in oro avrebbero un costo abnorme.

Fisicamente il metallo è facilmente lavorabile, essendo fondamentalmente un metallo abbastanza tenero (anche se leggermente più duro dell’oro), a differenza di quest’ultimo il suo uso è frequente anche fuori dall’oreficeria, poiché è il metallo con la maggiore conducibilità elettrica esistente in natura. In alcune applicazioni è persino usato come esplosivo, l’unione infatti di argento e di cianato, produce il “fulminato d’argento”, materiale esplosivo classificato come esplosivio primario.

Come per tutti i materiali preziosi, il suo valore dipende dalla purezza, in commercio vi sono parecchie tipologie di argento, il più pregiato è il 999 (che contiene il 99.9% di argento), esso però non viene quasi mai usato per le normali lavorazioni. In gioielleria il “titolo” più usato è il 925, immediatamente seguito dall’835. Negli usi comuni (quali quelli riconducibili alla normale argenteria) il “titolo” più frequente da ritrovare è l’800. La lega dell’argento è leggibile sulla “punzonatura”, quest’ultima non è altro che un numero impresso sull’oggetto. La punzonatura che è regolata per legge, garantisce la qualità del metallo, e di fatto è una delle cose che ne fissano il prezzo di vendita.

Il valore dell’argento nel passato è stato stabilito tramite diversi procedimenti. Nell’antichità esso era lasciato ai commercianti, gli esperti mercanti riuscivano a identificare la purezza “a occhio”, e complice anche la mancanza di frodi, si basavano sul peso del metallo prezioso per concludere gli affari.

Dal 1897 il prezzo era calcolato dalla London Silver Market Fixing Limited, quest’ultima non era altro che una società che si occupava della vendita di materiale prezioso, vendita che trovava il suo naturale svolgimento nel London Bullion Market. Il prezzo era calcolato sulla stima di vendita e acquisto comunicato giornalmente delle banche, il procedimento, che solo successivamente fu introdotto anche per l’oro, resto in vita per 117 anni, esso fu messo da parte sull’onda di alcuni scandali che misero in dubbio la lealtà dei soggetti che fissavano il prezzo. Il sospetto era che le banche alterassero i valori di domanda e offerta, in maniera tale da fare avere delle importanti differenze di prezzo, il tutto a danno del consumatore finale. Le class action che interessarono il valore dei metalli preziosi, e la volontà di ricercare un procedimento più trasparente, portarono nell’agosto 2014 a individuare due soggetti terzi, (Cme Group e Thomson Reuters) che tramite un algoritmo matematico, tenendo conto sempre della domanda e dell’offerta del materiale, fissano il prezzo per oncia di argento (l’oncia è un sistema di misura inglese, ed equivale a circa 30 grammi), il pagamento di solito è calcolato sul dollaro americano.

Il procedimento che avviene giornalmente è universalmente conosciuto con il nome di Fixing silver. In Europa tale Fixing è tramutato, tramite un normale procedimento di conversione, in chilogrammi per euro, ultimamente esso si aggira attorno ai 400€/kg.

Aprire un compro oro in franchising, consigli

pezzi d'oroÈ indubbio come all’attuale situazione di crisi economica sia corrisposto, per diversi motivi, un boom dell’apertura dei negozi compro oro. Difatti, in un momento in cui molti soggetti, alle prese con piccoli o grandi problemi di liquidità, si sono ritrovati a dover cercare una soluzione ai loro problemi, i negozi compro oro si sono rivelati il business perfetto. Ed aprire un negozio compro oro si è rivelato sin da subito conveniente e redditizio.

Un negozio compro oro si occupa principalmente di acquistare gli oggetti preziosi usati dai privati per poi rivendere, naturalmente ad un prezzo maggiorato, ai grossisti l’oro che, in seguito, verrà fuso.
La loro attività può essere confusa con quella di una tipologia simile di esercizio commerciale, il Banco Metallo. Tuttavia bisogna tener presente che tutto il materiale usato ritirato da quest’ultimo ha come unica destinazione la fusione e l’affinazione dell’oro. Quindi il Banco Metallo si rivolge innanzitutto alle fonderie (per la fusione) ed alle banche (per gli oggetti ormai affinati e trasformati in monete, lingotti o medaglie).
I negozi compro oro possono invece decidere se destinare gli oggetti raccolti alla fusione, oppure se rivenderli direttamente nel proprio punto vendita come preziosi usati.
Esistono esempi di successo commerciale nel mondo dei compro oro: “OroElite” è un esempio di marchio affermato in questo settore.

È abbastanza evidente come, proprio per la natura specifica di questo tipo di attività, il rischio d’impresa sia decisamente basso, in quanto legato quasi esclusivamente alla liquidità necessaria per ritirare gli oggetti usati in oro dai clienti (che quindi sono anche fornitori).
Ma il rischio d’impresa stesso può essere addirittura azzerato aderendo alla formula del franchising: in tal caso la casa madre provvederà al ritiro di tutto l’oro accumulato, per cui praticamente inesistenti saranno le giacenze di magazzino e l’oro invenduto.

Ma che cos’è il franchising? E perché conviene?
Il franchising è una formula commerciale, detta anche affiliazione, in cui un soggetto affiliante, detto “franchisor”, che rappresenta la casa madre e, spesso, anche un marchio conosciuto, concede ad un soggetto affiliato, detto “franchisee”, la possibilità di esercitare un’attività, in proprio, con la finalità che vengano perseguiti gli obiettivi commerciali indicati nello stesso contratto di franchising.
Il soggetto affiliato potrà avvalersi, perché possa svolgere al meglio la propria attività nel reciproco interesse di entrambe le parti, di tutto il know-out messo a disposizione dal soggetto affiliante, delle potenzialità derivanti dall’uso del marchio e di tutto quanto il franchisor fornirà in termini di prestazioni, assistenza, supporto pubblicitario e commerciale.
In cambio il franchisor chiede, di solito, una royaltie in percentuale sul fatturato e, talvolta, una fee d’ingresso.
È consigliabile, naturalmente, che l’affiliato si informi circa la serietà e la storia del franchisor: nell’ambito del compro oro la scelta di un franchising “sicuro”, e di un marchio conosciuto, genera da sola fiducia nei clienti, che si sentono rassicurati nel portare i loro oggetti usati nel punto vendita.

Un franchising compro oro è quindi l’ideale per chi si affaccia per la prima volta nel mercato della compravendita dell’oro, ma anche per quanti, già operanti nel settore, come orefici, o gioiellieri, vogliano dare ulteriore impulso alla propria attività.
Il vantaggio più evidente è quello di poter essere sempre seguiti dalla casa madre, sia negli aspetti fondamentali dell’apertura, sia nel corso della gestione dell’attività.
In fase di preapertura, l’affiliante fornirà precise indicazioni (spesso vincolanti) sulla localizzazione ottimale del punto vendita e sull’organizzazione del layout. Fornirà inoltre una formazione al candidato e, fra le altre cose, supporterà quest’ultimo nelle strategie di marketing.
È possibile poi che il franchisor preveda delle agevolazioni a favore dell’affiliato per quanto riguarda l’investimento iniziale (o che possa avere delle convenzioni con le banche a questo scopo).
Come già detto, però, il franchisor deve poter essere in grado di supportare l’affiliante in ogni fase del suo cammino.
Un servizio che fa veramente la differenza è il supporto per la gestione in rete del negozio: i compro oro online, d’altro canto, hanno, e non a caso continuano ad avere, un grande successo.
Infine resta importantissimo, anzi fondamentale, il ritiro dell’oro invenduto ad opera del franchisee: in tal modo, come già detto, viene ridotto, se non addirittura azzerato, il rischio d’impresa per l’affiliato.