Quotazione argento in euro

argentoMolti sono nel mondo i materiali cui si rivolgono soprattutto gli investitori, nell’ottica di una conservazione dei propri risparmi, quindi con finalità d’investimento. Alcuni di essi (oro e argento in particolare) uniscono tale necessità al piacere intrinseco di possedere finanche qualcosa di prezioso. Essi fin dall’antichità, riuscivano a trasmettere il potere di chi li possedeva, e faceva assurgere questi ultimi come una categoria di “persone speciali”, che potevano permettersi l’ostentazione di materiali preziosi.

Il materiale prezioso principe è stato sempre l’oro, immediatamente seguito dall’argento. Dell’estrazione dell’argento si hanno notizie fin dai tempi antichissimi, alcuni scritti evidenziano come esso era ricercato, estratto e lavorato fin dal IV° millennio avanti Cristo, e sono tanti i monili ritrovati in antiche tombe nobiliari, in ogni parte del mondo. Il suo nome probabilmente è da fare risalire dal latino “argentum”, quest’ultimo si rifaceva al termine greco “αργύριον”, nella lingua ellenica ciò significava “bianco, splendente, candido”, aggettivi intimamente legati alla colorazione propria dell’argento appena estratto.

Inizialmente l’argento, cosi come l’oro, era usato con finalità di scambio, era il tempo del baratto e gli antichi mercanti d’oriente, erano avvezzi portare l’argento in “verghe”, allo scopo di acquistare la mercanzia che poi era trasportata e successivamente rivenduta in Europa.

Facendo uno sbalzo temporale di qualche secolo, si arriva alla coniatura dell’argento, il metallo per la sua tenerezza si prestava a essere lavorato in maniera ottimale, e furono tante le nazioni che lo scelsero con funzioni di “monetizzazione“. L’utilizzo dell’argento subì un brusco calo di valore, quando alcuni grossi giacimenti furono scoperti in America del sud, non molti ad esempio sanno che l’Argentina deve il suo nome alle immense quantità di argento che ivi si ritrovarono, specialmente lungo il corso del “rio de Plata”.

L’argento rientra a pieno titolo in quei materiali preziosi universalmente ricercati, la sua presenza nel sottosuolo è circa venti volte maggiore del suo “fratello maggiore” l’oro, questo ne abbassa considerevolmente il suo valore, e di fatto lo rende perfetto per alcuni tipi di lavorazione, (non ultimi quelli della produzione di prodotti casalinghi, quali posate, vassoi, cornici) che se prodotti in oro avrebbero un costo abnorme.

Fisicamente il metallo è facilmente lavorabile, essendo fondamentalmente un metallo abbastanza tenero (anche se leggermente più duro dell’oro), a differenza di quest’ultimo il suo uso è frequente anche fuori dall’oreficeria, poiché è il metallo con la maggiore conducibilità elettrica esistente in natura. In alcune applicazioni è persino usato come esplosivo, l’unione infatti di argento e di cianato, produce il “fulminato d’argento”, materiale esplosivo classificato come esplosivio primario.

Come per tutti i materiali preziosi, il suo valore dipende dalla purezza, in commercio vi sono parecchie tipologie di argento, il più pregiato è il 999 (che contiene il 99.9% di argento), esso però non viene quasi mai usato per le normali lavorazioni. In gioielleria il “titolo” più usato è il 925, immediatamente seguito dall’835. Negli usi comuni (quali quelli riconducibili alla normale argenteria) il “titolo” più frequente da ritrovare è l’800. La lega dell’argento è leggibile sulla “punzonatura”, quest’ultima non è altro che un numero impresso sull’oggetto. La punzonatura che è regolata per legge, garantisce la qualità del metallo, e di fatto è una delle cose che ne fissano il prezzo di vendita.

Il valore dell’argento nel passato è stato stabilito tramite diversi procedimenti. Nell’antichità esso era lasciato ai commercianti, gli esperti mercanti riuscivano a identificare la purezza “a occhio”, e complice anche la mancanza di frodi, si basavano sul peso del metallo prezioso per concludere gli affari.

Dal 1897 il prezzo era calcolato dalla London Silver Market Fixing Limited, quest’ultima non era altro che una società che si occupava della vendita di materiale prezioso, vendita che trovava il suo naturale svolgimento nel London Bullion Market. Il prezzo era calcolato sulla stima di vendita e acquisto comunicato giornalmente delle banche, il procedimento, che solo successivamente fu introdotto anche per l’oro, resto in vita per 117 anni, esso fu messo da parte sull’onda di alcuni scandali che misero in dubbio la lealtà dei soggetti che fissavano il prezzo. Il sospetto era che le banche alterassero i valori di domanda e offerta, in maniera tale da fare avere delle importanti differenze di prezzo, il tutto a danno del consumatore finale. Le class action che interessarono il valore dei metalli preziosi, e la volontà di ricercare un procedimento più trasparente, portarono nell’agosto 2014 a individuare due soggetti terzi, (Cme Group e Thomson Reuters) che tramite un algoritmo matematico, tenendo conto sempre della domanda e dell’offerta del materiale, fissano il prezzo per oncia di argento (l’oncia è un sistema di misura inglese, ed equivale a circa 30 grammi), il pagamento di solito è calcolato sul dollaro americano.

Il procedimento che avviene giornalmente è universalmente conosciuto con il nome di Fixing silver. In Europa tale Fixing è tramutato, tramite un normale procedimento di conversione, in chilogrammi per euro, ultimamente esso si aggira attorno ai 400€/kg.